Is There Love in the Technoetic Narcissus?

Is There Love in the Technoetic Narcissus?
Diverse Form Most Beautiful - photo by Anja Puntari
L'opera è composta dalle immagini della fioritura di un narciso, compresa la crescita e la maturazione, integrata e arricchita di significazione dallo scorrere in crowl di testi sul narcisismo di vari studiosi della Psicologia, Antropologia e della New Media Art. Il progetto vuole attivare la collaborazione tra differenti interpreti della cultura artistica di ricerca attraverso la produzione di testi che esplorano il concetto di Narcisismo Culturale Umano, concetto non ancora realmente teorizzato. Inoltre un 'pubblico partecipante', in qualsiasi momento della trasmissione, potrà inviare tramite sms, opinioni, idee, commenti e impressioni. Si viene a creare così un esperimento televisivo on line, un artwork visto nel momento della fine dell'epoca della televisione, un artwork che è in sé un'operazione di comunicazione che veicola un'esplorazione su una delle idee centrali della prossima contemporaneità: la necessaria ridefinizione dell'antropocentrismo, e per far questo propone l'idea che un potente narcisismo culturale impedisce lo sviluppo e il dispiegamento di un amore verso l'alterità, condizione necessaria per rendere possibile lo sviluppo di un sentimento di reale amore tra noi e il mondo.
Alla fine dell'esposizione, i testi e le immagini della fioritura, la cooperazione interpretativa degli autori, verranno raccolti e pubblicati in un libro a tiratura limitata, ma con ISDN, che rappresenterà l'artwork vero e proprio. Contemporaneamente una versione verrà pubblicata su stampa on demand digitale a disposizione di tutti coloro che sono interessati, artisti, studiosi e curiosi. L'opera finale sarà esposta a Milano presso la Nowhere Gallery nel giugno del 2010.
Se l'esperimento riuscirà l'insieme delle immagini e degli scritti raccolti nel tempo della fioritura diverranno credibili forme artistiche (e storiche?) perché avvereranno relazioni di significato come condivise esperienze di significato e contribuiranno alla rappresentazione/definizio di una nuova post-umanità. Infatti il progetto formale attiene all'opera nella misura in cui è una determinazione di scopo e risulta efficace nel promuovere l'analisi e la critica di certi contenuti in un contesto linguistico e culturale dato. In quest'opera l'arte inizia dove cessa la mera esistenza materiale – che l'arte è il processo ed esiste come idea che genera. Poi alla fine l'arte recupera la dimensione materiale dell'opera nella forma del libro, macchina critica per eccellenza: quello che faccio è far divenire lo stesso processo di comprensione il contenuto dell'arte.
Ma l'arte nella società informazionale ha anche un grande valore comunicativo, e questa installazione è anche un'operazione di comunicazione, un'operazione che richiama a gran voce la necessità di aprire nuove posizioni della cultura umana, da un lato, alla natura e, dall'altro, alla tecnologia, promuove diritti umani estesi, nuove identità. L'arte in un'epoca informazionale e digitale si mostra come un crogioulo di segni dove l'individuo, ammesso in quanto autore e spettatore dell'arte, può riconoscersi parte attiva di una sorta di "comunità della comunicazione e della creazione". L'installazione vuole quindi essere anche un messaggio, un " distant early warning", un sistema radar che intende avvisare della necessità di nuove proporzioni e di nuovi percorsi percorsi della speculazione umana, anche se apparentemente alieni, eretici o stranieri alla cultura della nostra specie.



The slow flowering of a Narcissus Poeticus becomes the subject of a New Media Art installation hosted in an unusual exhibition space: a video Tv channel. The “Technoetic Narcissus” is a work that, linking authors and the public, seeks to assure intersubjectivity in the realm of signifying. The project aims to active collaboration between different voices from the artistic culture by producing texts that explore the concept of Human Cultural Narcissism, a concept that has yet to be properly theorised. It is an online televised experiment, an art work born at the end of the television era, an art work that in itself is a communication act that harnesses an exploration of one of the central ideas of the coming contemporary era - the necessary redefinition of anthropocentrism.
At the end of the exhibition, the texts and images of the flowering, along with the interpretative cooperation by various authors and participants, will be gathered and published in a limited-edition book – replete with its own ISDN - that will represent the real and final artwork. At the same time, a version will be made available through on-demand digital publishing for all artists, scholars and other people who are interested. The final work will be presented and displayed at the Nowhere Gallery in Milan in June 2010. The set of images and writing done during the time of flowering will become credible artistic – and perhaps even historical – forms because they will embody and allude t shared experiences of meaning, as well as contribute to the representation and definition of a new post-humanity.
The formal project belongs to the work insofar as it determines its purpose and is effective in promoting the analysis and criticism of some of its contents in a given linguistic and cultural context. The art in this work begins where mere material existence ends – art is the process and exists as a generative idea. Ultimately art recovers a material dimension as a work in the form of the book, the critical machine par excellence. In short, what I am doing is making the process of understanding become the substance of the art.

Technoetic Narcissus contributors

Hanno aderito: Pier Luigi Capucci (Media Theory), Roy Ascott (Technoetic Arts), Jens Hauser (Bioart & Media Theory), Nicola Verlato (artist), Marta de Menezes (Bioart), Wu Ming 2 (Novelist), Enrica Borghi (Artista), Antonio Caronia (Critical Theory), Karin Andersen (Artista), Maurizio Bortolotti (Art Curator), Alessandro Bertante (Novelist), Giuseppe O. Longo (Cybernetic), Cristina Trivellin (Art Curator), Steve Piccolo (Musician), Amos Bianchi (philosopher & Media Theorist), Orio Vergani (Gallerist), Elif Ayter (Artist), Natasha Vita-More (Artist), Aria Spinelli (Art Curator), Antonio Lucci (philosopher), Alessio Chierico (Media Artist).....

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10/05/10

ALESSIO CHIERICO - DIVAGAZIONI NARCISISTE (l'autocritica del pensiero e dell'arte)

Quando l'agire umano crea la forma tangibile, esce dal pensiero per divenire “cosa”, la produzione empirica e oggettuale riporta al creatore la sua esistenza, e l'esistenza stessa dell'oggetto come frutto e parte di un proprio se. Il medium divenuto nel tempo esterno al corpo, che si pone come veicolo e mediatore tra pensiero e realtà, diventa esso stesso la rappresentazione del “se” creatore. Nella mitologia biblica dio crea il mondo quale contenitore della sua vera creazione: l'uomo, che non può non essere a sua immagine e somiglianza.

L'uomo osserva nel suo prodotto la sua esistenza, si rispecchia su esso, riflette.
Come la nascita della parola e della scrittura portano sempre più l'uomo ad una sua auto-consapevolezza come soggetto e come comunità, maggiore è il suo desiderio di conoscersi e di imporre il suo prodotto/esistenza. Il potenziale con il quale un uomo può assoggettare l'esistente alla sua azione determina la nascita del potere; il riconoscere che ogni suo frutto “è cosa buona e giusta”, finché non si interroghi del motivo stesso della sua azione/imposizione, riflette in se la propria magnificenza.

Il potere si riflette in dio e dio si riflette nell'uomo imponendo una gerarchia ciclica che legittima l'assoggettamento dell'uomo al potere del dio/uomo, realizzando da un lato, l'amore verso il potere, dall'altro, l'amore verso se stesso.
La direzione verso cui conduce la vita di un uomo è il soddisfacimento del proprio piacere verso una qualche realizzazione. La realizzazione persegue sempre il raggiungimento di un qualche potere, e non è mai sazia, si reinventa qualora fosse raggiunto l'obbiettivo, perché non c'è vita dove non c'è percorso e direzione. Il potere serve la realizzazione nel momento in cui, maggiore è, maggiori sono gli strumenti che offre per la realizzazione di un potere più ampio.
In questo ciclo è l'amore del proprio operato e della propria realizzazione, che si pongono sempre nella prospettiva di un “io”, che non sarà mai raggiunto perché mutevole, a definire il narcisismo quale atteggiamento imperante del potere, ma anche contro il potere.

Il più grande nemico del potere narcisistico è l'avanzata del potere narcisistico e di affermazione identitaria, di chi lo vuole soppiantare o resistergli. Questa guerra tra le volontà si realizza ogni qual volta il campo di un'esistenza in espansione si incontra con il campo di un altra esistenza, che, se consapevole, rivendica la propria libertà per non essere inglobata.

Nel momento in cui viene costituita una teoria sull'arte, partendo da Leon Battista Alberti alla nascita dell'estetica, la direzione dell'arte segue la teoria riflettendosi in essa, la teoria si reinventa e progredisce, instaurando quel rapporto ciclico di dipendenza identitaria, pari a quella del mito di Narciso. In questo modo l'arte afferma la sua indipendenza dai poteri, il suo narcisismo si contrappone e si esclude dalla società ritagliandosi il suo angolo di libertà.

Il potere reagisce all'arte mercificandola e banalizzando il suo spirito di opposizione, l'arte e l'artista, gratificati e santificati, o relegati al loro disadattamento, non possono che vivere dell'amore verso se stessi.
Questa base storica in cui l'arte, resa indipendente dal suo narcisismo, e condannata al suo narcisismo, diventa il parco di attrazione di quelle esistenze che necessitano di rivendicare la loro soggettività e che non trovano lo spazio tra i poteri nella società.

L'arte che si dissolve come creatività nella vita, viene assorbita dal mercato per essere rivenduta come spazio narcisistico, quel narcisismo individuale che determina la piacevolezza nel riversare un contenuto nel web 2.0, nel comprare un computer per fare grafica, nel comprare il telefono cellulare che fa video, nel fare istallazioni interattive, nel fare corsi di formazione o pseudoartistici, ecc. …
Qualsiasi attività umana è soggetta al piacere, e per l'industria non c'è piacere migliore di quello che produce contenuti non retribuiti, e che appaga il narcisismo del consumatore nel suo prodotto.

Sul piano opposto, chi detiene la consapevolezza più o meno intuitiva del mondo, trova appagamento nella sua stessa intelligenza, verificando nel più puro dei narcisismi la sua qualità superiore alla cultura mainstream. Da questo nasce la necessità di avere qualcosa da dire, di essere un artista, di essere un teorico, o un arrampicatore sociale. Ogni attività finalizzata all'esistenza e non alla sopravvivenza, implica sempre un certo grado di narcisismo. L'arte, nel suo presupposto di utilità o inutilità, è dalla sua nascita, la forma pragmatica del narcisismo.


ALESSIO CHIERICO - DIVAGAZIONI NARCISISTE (l'autocritica del pensiero e dell'arte) - APRILE 2010

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